Oggi ce ne andremo a spasso in una zona dell’Asia meridionale impervia e senza sbocchi sul mare, e conosceremo un paese che si trova nel bel mezzo della cordigliera dell’Himalaya chiamato Regno di Butàn. Per l’esattezza, Butan è un piccolo territorio schiacciato in pratica dai confini territoriali della Repubblica Popolare Cinese al nord, e dell’India al sud, è un paese fondato sui principi del sistema democratico multipartito, ma questo soltanto dal 1953, perché prima di quella data era una monarchia costituzionale. La sede ufficiale del governo si trova nella capitale Timbu, centro abitato che conta con una popolazione di circa 120.000 abitanti.
Il Regno di Butàn si estende su un’area di circa 41.000 chilometri quadrati e, con il suoi 920.000 abitanti circa, è uno dei paesi più piccoli e meno abitati di tutto il pianeta; è grande più o meno quanto la Svizzera, tanto per rendere l’idea, ed il suo territorio è geograficamente caratterizzato dall’alternanza di profonde vallate e montagne impervie con vette che superano i 7.000 metri che impressionano soltanto a guardarle. E’ proprio una montagna del Butàn a detenere il record come vetta più alta del mondo, ed è il monte Gangkhar Puensum con i suoi 7.570 metri.
Cenni di storia sul Regno di Butàn
Si pensa che il Regno di Butàn sia nato più o meno nel 700 per mano dei popoli tibetani, che conquistarono i suoi territori durante la fase di espansione del loro vasto impero; nacquero poi delle dissidie interne tra le diverse etnìe del paese, questione che fu prontamente risolta dal ‘capo’ tibetano Shabdrung Ngawang Namngyal, il quale mise pace tra la gente ed iniziò a sua volta ad allargare i confini.
Alcuni dei territori appena conquistati da Shabdrung Ngawang Namngyal furono immediatamente rivendicati dalla Compagnia Britannica delle Indie Orientali, ma la cosa fu poi risolta nel 1730 con una sorta di trattato in cui si riconosceva al Regno di Butàn la sua indipendenza, a patto che si ritirasse però all’interno di quelli che erano i suoi vecchi confini. Bisognerà attendere fino all’8 Agosto del 1949 perché questi terrirori raggiungano la definitiva indipendenza dall’India, cosa che avvenne con non pochi episodi di guerra.
Clima, flora e fauna del Butàn
Le condizioni climatiche in Butàn sono alquanto variabili, e ci sono grandi differenze di temperatura tra i territori del Sud e quelli del Nord; nella parte meridionale del paese persiste infatti un clima prevalentemente tropicale, mentre ovviamente nelle zone più montuose del Nord, ossia quelle montane, la temperatura scende molto spesso sotto lo zero. Ovviamente, dove ci sono alte vette si formano ghiacciai, e sono quindi molti anche i corsi d’acqua presenti nella zona; i più grandi e degni di nota sono il Drangme Chhu, il Wang Chhu, il Puna Tsang Chhu ed il Torsa Chhu, che vengono alimentati costantemente dalle frequenti nevicate e dalle piogge monsoniche.
Anfibi, uccelli, rettili, mammiferi, ed ovviamente varie specie di piante, che in totale fanno registrare l’esistenza di circa 6300 specie diverse, costituiscono il patrimonio di flora e fauna del Butàn, uno dei paesi con più biodiversità di tutto il mondo. E’ questo infatti uno dei pochi luoghi al mondo dove è possibile incontrare specie animali in via di estinzione come il bellissimo leopardo delle nevi, il panda rosso, ma soprattutto la gru dal collo nero, una specie di volatile venerata dagli abitanti del posto.
Economia e turismo
In Butàn la moneta in uso si chiama ngultrùm butanès, e ne occorrono circa 65 per ottenere in cambio un dollaro statunitense, ma volendo si può pagare anche in rupie indiane; i maggiori introiti del paese sono quelli derivanti dall’agricoltura, che offre abbondanti coltivazioni di mais, trigo, riso, e grano saraceno, ma anche l’industria negli ultimi anni si è molto sviluppata, particolarmente quella dell’artigianato locale, che offre bellissimi manufatti in lana, seta, cotone.
Allo stesso modo, il settore del turismo è cresciuto altrettanto rapidamente, specialmente a partire dal 1974, anno in cui questi territori sono venuti fuori dalle condizioni di isolamento in cui si trovavano precedentemente; sono state costruite nuove vie di comunicazione, creati molti posti di lavoro, migliorate le condizioni di sostenibilità di tutto il paese. Non producendo né petrolio né gas naturale, il Butàn si colloca tra i paesi mondiali con meno emissioni di anidride carbonica, giusto per dovere di cronaca.